Prima Messa di d. Enrico Griffa: il testo integrale dell’omelia

don Enrico Griffa

don Enrico Griffa

Domenica 23 giugno, don Enrico Griffa, prete novello, ordinato sacerdote da mons. Cesare Nosiglia, Arcivescovo di Torino, il 15 giugno, e già seminarista in servizio pastorale a Santena dal 2011, ha presieduto la sua prima Messa a Santena. L’occasione è stata la festa di San Luigi, con la celebrazione eucaristica delle 10,30 in oratorio. Pubblichiamo il testo integrale dell’omelia tenuta da don Enrico.

«“Le folle chi dicono che io sia?”: questo sondaggio di Gesù è oggi più che mai attuale. Se volessimo fare un’inchiesta partendo da questa domanda avremmo risposte delle più disparate. Alcuni asseriscono che Gesù non sia mai esistito; è un mito, una sorta di supereroe alla stregua di Batman o Superman. Una bella storia di un uomo con dei super poteri. Per altri è stato un grande uomo: come Lui pochi altri ce ne sono stati, pensiamo a Gandhi, Martin Luter King… Ci ha lasciato un grande insegnamento morale, una regola di comportamento che sarebbe proprio bello poter attuare. Queste alcune delle risposte che sentiremmo in giro.

Ma se poi la domanda fosse rivolta a noi? Se a noi fosse chiesto: “E tu chi dici che io sia?”. Cosa risponderemmo? Questo è il fatto. Al di là di tutte le risposte che possiamo sentire, parlando di Gesù stiamo parlando di un personaggio realmente esistito (molte fonti storiche ne testimoniano il passaggio), un uomo nato da una donna, Maria. Quest’uomo ha molto insegnato, ha fatto dei miracoli che hanno dato sempre più credito a ciò che insegnava. Ha però anche detto una cosa che nessun’altro uomo, neanche il grande Maometto o Buddha hanno mai detto. Gesù Cristo ha affermato di essere Dio, di essere una delle persone della Trinità, il Figlio di Dio; ha preannunciato che sarebbe morto e risorto per noi e ci ha invitati a seguirlo sulla sua strada. Di fronte a tutto questo noi come rispondiamo? Non possiamo rimanere indifferenti davanti a tutto questo. La domanda di prima potrebbe ripresentarsi in questa nuova formula: “Tu credi che Gesù sia Dio e uomo, sia morto e risorto per te?”. Ci crediamo? Qui si gioca la nostra fede, non possiamo rimanere indifferenti. Le risposte possibili sono o “sì” o “no”, non c’è un forse. La posta in gioco è alta, ma per meno non vale la pena.

Non cadiamo in un errore che sarebbe grossolano: noi possiamo indagare e azzardare una risposta, ma questa è certa grazie alla Fede, cioè è certa perché è dono di Dio. Esempio di questo è Pietro: egli può dire: “Tu sei il Cristo di Dio”, perché Dio stesso lo ha illuminato, gli ha dato la Scienza che lo ha guidato a dare questa risposta.

Modello ed esempio nel dare una risposta a questa domanda fondamentale è il nostro caro San Luigi Gonzaga. È un santo che possiamo sentire vicino anche fisicamente. Se Suo padre faceva parte della famiglia dei Gonzaga, sua madre era Marta Tana, figlia dei signori Tana di Chieri. Villa Tana di Santena, qui all’oratorio, è legata a questa famiglia e quindi, in qualche modo, anche al nostro Santo. Come ha fatto san Luigi a divenire santo in soli 23 anni? Non ha messo a tacere questa domanda che aveva. Aveva la possibilità di essere avviato ad una buona carriera militare (a cinque anni già andava in giro vestito con un’armatura su misura), aveva passato un periodo come paggio di corte in Spagna dove aveva potuto distinguersi negli studi. Tutto questo non gli bastava. A 12 anni si accorse che il suo cuore era rapito da altro e volle orientarsi a quest’Altro. Inizia una dura lotta con il Padre per ottenere il permesso di entrare nella compagnia di Gesù (i gesuiti). Novizio gesuita, morirà a 23 per il contagio della peste.

Leggendo alcune cose sulla sua vita ho trovato affascinante questa domanda che da un certo punto era diventata necessaria per il suo discernimento: “Che valore ha questo (ogni cosa che doveva fare) per la vita eterna?”. Da questa domanda capiamo dove era il suo cuore, capiamo cosa guardava. San Luigi è stato dato dalla Chiesa come modello ai giovani. Tutti possiamo guardare a lui ma noi giovani in particolare! Credo che il Suo entusiasmo e la sua vita ci provochino nel chiederci: “Per me il Signore quanto vale? Vale fino al punto di rinunciare a qualunque altra cosa purché non venga meno il Signore?”. Cosa vale al primo posto, più di qualunque altra cosa?”.

Chi è Gesù per me? Cosa e quanto vale la Sua presenza nella mia vita? Chiediamo aiuto nel dare una risposta a Maria. Lei che è beata perché ha creduto aiuti anche noi a rispondere con sicurezza a questa domanda. Amen».

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