Nicchia della Madonna delle Grazie

“Marghitin”, una donna di casa Griva, all’inizio del secolo scorso aveva fatto un voto e voleva scioglierlo.

La donna aveva dunque attaccato il cavallo al biroccio, un carro leggero a due ruote che i contadini a quel tempo usavano per portare merci e persone (si può dire che  fosse la loro “carrozza”). Marghitin aveva poi messo due sedili e con altre donne era partita alla volta di Torino. Lì scelsero una statua rappresentante la Madonna delle Grazie ed presero la via del ritorno, con la statua avvolta in molte coperte che si erano portate appresso proprio per proteggerla dagli inevitabili scossoni causati dalle strade sconnesse. Erano giunte a casa sicuramente contente e con la statua integra, che fu posta in una nicchia, proprio quella che vediamo oggi nello stabile al n. civico 15 di via Garibaldi.

NICCHIA DELLA MADONNA DELLE GRAZIE, VIA GARIBALDI 15

 

Anche questo segno, come molti altri, è una dimostrazione di fede e una testimonianza di una grazia chiesta e ottenuta. Anche i nuovi proprietari dello stabile hanno conservato la nicchia e la statua; davanti ad essa nel mese mariano si recita il S. Rosario.

Il titolo “Madonna delle Grazie” presenta la Vergine Maria come Regina delle Grazie. Dichiariamo la pienezza della sua grazia  anche con la preghiera che le rivolgiamo, e riteniamo immenso il suo potere di intercedere per noi presso Dio. Anche la teologia cattolica ritiene che Dio non neghi nulla alla Santissima Vergine.

La sua festa è stabilita dalla Chiesa il 31 maggio con la Visitazione di Maria ad Elisabetta.  Molte chiese e patronati hanno questo titolo, come la vicina Città di Chieri, che ogni anno onora la Vergine delle Grazie con grandi festeggiamenti, in memoria del voto fatto durante l’epidemia di peste del 1630.

 

Carlo Smeriglio