Pilone della Madonna

Il Pilone della Madonna è situato al confine del terreno della Cascina Massetta, il quale coincide con il confine tra il territorio comunale di Santena e quello di Poirino, a lato della Strada Alberassa e prossimo alle prime case dei Favari. La cascina Massetta per generazioni è stata proprietà dei Tana, Consignori di Santena, e verso il 1745 essi vi costruirono una cappella intitolata ai tre Re Magi. L’esistenza di questa chiesa è confermata da una relazione che il vicario di Santena don Giovanni Alberto Patrone aveva redatto nel 1768 per ordine dell’Arcivescovo di Torino, circa lo stato morale e religioso di Santena. Questa cappella godeva di un beneficio semplice e ne era investito l’abate Paolo Ignazio Tana di Chieri. In essa si officiava sicuramente anche per gli abitanti delle case coloniche sparse sui territori vicini.

PILONE DELLA MADONNA

Nel 1882 la famiglia Cavaglià, succeduta ai Tana nella proprietà della Cascina Massetta, in sostituzione della chiesa demolita nel frattempo, fece erigere un pilone. In origine questa edicola era a pianta rettangolare misurava di lato mt. 2,30 per mt. 1,80 e in altezza mt. 3,50 al culmine, con tetto a due spioventi. Costruita in mattoni e intonacata, la facciata è in stile rinascimentale con il timpano e due lesene, la porta in ferro e lunetta fissa.

Nel 1999 lo stato esterno di questo pilone era assai precario. All’interno, sulla parete di fondo una pittura con la Madonna ma indecifrabile per il resto. Su una parete laterale si ravvisava la pittura di San Michele arcangelo, e su quella opposta nulla a causa della caduta dell’intonaco. Inoltre, forse per il lento e progressivo allargamento dello stagno che si trova dall’altro lato della strada, la sede di questa si era spostata verso il pilone quasi a toccarne lo spigolo.

Con il consenso del proprietario, il dott. Alberto Cavaglià, ultimo erede della famiglia, e con le debite autorizzazioni, il pilone è stato demolito, e poi con l’opera di volontari, di artigiani specializzati, con il contributo della popolazione dei Favari e con congruo contributo del proprietario medesimo per mantenere il ricordo della sua famiglia, è stato ricostruito copiando fedelmente quello originale.

Al suo interno, restaurata, è tornata la statua della Madonna del pilone originale, rimossa per tema di furto. Sulla parete interna laterale destra vi è l’immagine dell’arcangelo Michele e sull’altra Sant’Ercole vescovo e martire. Questo per desiderio del dott. Cavaglià, perché il nome di Ercole era ricorrente nella sua famiglia.

L’inaugurazione dell’opera è avvenuta il 3 dicembre 2000 alla presenza di borghigiani e autorità.

Carlo Smeriglio