Nicchia del Sacro Cuore di Gesù

Nel tratto di via Filippo Cavaglià, percorso attualmente dalla processione del Corpus Domini, sovrastante l’arco del portone di ingresso al numero civico 16, campeggia una nicchia cilindrica ad asse verticale, terminante con una semicalotta.

All’interno di essa una statua del Sacro Cuore di Gesù, protetta da una porta a vetro.  In origine vi era soltanto un quadro con l’immagine dipinta. Giovanni Griva (il nonno di don Giovanni) durante la prima guerra mondiale aveva due figli sotto le armi, quindi come molti altri soldati essi erano in pericolo di vita. Pregando per loro, aveva anche fatto voto che, se fossero tornati sani e salvi da quella terribile guerra che causava tanti lutti, avrebbe sostituito il quadro con una statua per dare maggior risalto al segno sacro e rendere testimonianza.  I figli tornarono e Giovanni mantenne la promessa, costruendo una nicchia in grado di contenere la statua di notevoli dimensioni che vediamo oggi.

NICCHIA DEL SACRO CUORE DI GESÙ, VIA CAVAGLIÀ 16

 

La devozione al Cuore di Gesù, come riconoscimento dell’amore del Salvatore per gli uomini, è sempre esistito nella Chiesa sotto diverse forme.  Alla beata Maria Margherita Alacoque (1647 – 1690), nelle varie apparizioni e rivelazioni, Gesù indicò la devozione della Comunione al primo venerdì di ogni mese, e di onorare il suo cuore con una festa particolare il venerdì dopo il Corpus Domini. La santa, nel 1686, rese pubblica la festa e diede inizio a un movimento che non si arrestò più; finalmente nel 1765 venne decretata la festa del Sacro Cuore di Gesù, che ricorre il venerdì dopo quella del Corpus Domini

A Santena nel 1948 fu istituita la Lega di Perseveranza, una funzione che iniziava alla sera del primo giovedì di ogni mese e si completava il giorno seguente con la Messa delle ore 6 e la Comunione generale.

L’iconografia presenta quasi sempre la figura del Salvatore con sul petto un cuore ardente sormontato da una croce.

La statua della nicchia di via Cavaglià è stata recentemente restaurata a cura della famiglia Griva e la nicchia provvista di illuminazione.  Presso questo segno sacro, alla sera della domenica seguente la festa del Corpus Domini, si recita il Santo Rosario, con musica e canti, e vi partecipano anche fedeli di Trofarello, ex parrocchiani di don Giovanni.  Segue poi un momento insieme con rinfresco offerto dalla famiglia Griva.

 

Carlo Smeriglio