I martiri ci sono ancora

Oggi, 9 luglio, la Chiesa ricorda i santi martiri Agostino Zaho Rong, sacerdote, e compagni. Agostino, affascinato dalla perseveranza dei martiri, abbandona il servizio militare all’imperatore e diventa sacerdote: muore anche lui martire nel 1815 a causa della testimonianza e della predicazione del Vangelo. Con lui oggi si ricordano molti martiri della Chiesa di Dio, vescovi, sacerdoti, religiosi e religiose, ma anche uomini e donne, ragazzi, ragazze e bambini, che in varie epoche e luoghi della Cina hanno testimoniato le ricchezze di Cristo con la parola e le opere.

Ma i martiri ci sono ancora oggi.

Appena ieri mattina, 8 luglio, in Cina sono stati infatti trovati accoltellati a morte padre Joseph Zhang Shulai, vicario generale della Diocesi sotterranea di Ningxia (Mongolia interna), e suor Maria Wei Yanhui. I due religiosi lavoravano in una casa di riposo nel distretto di Wuda a Wuhai, la città principale della Mongolia interna. I cattolici della zona hanno riferito ad AsiaNews che il corpo di padre Zhang presenta 7 ferite profonde ed evidenti segni di lotta. Suor Wei è stata invece uccisa da una coltellata al petto. Al momento la ragione dell’omicidio e l’identità dell’assassino sono ignote.

Sempre ieri, 8 luglio, dopo 15 mesi di detenzione in un luogo sconosciuto, è stato liberato monsignor Julius Jia Zhiguo, Vescovo cinese della Diocesi di Zhengding (Hebei) appartenente alla Chiesa “sotterranea”. Non sono chiari i motivi che hanno portato alla liberazione del Vescovo. Questo è stato il suo 13° arresto dal 2004. Nei periodi di detenzione, spiega AsiaNews, «viene segregato in una stanza e sottoposto a sessioni politiche personali, in cui si cerca di convincerlo a sottoscrivere l’appartenenza all’Associazione Patriottica, l’organizzazione del Partito comunista che vuole edificare una chiesa nazionale senza legami con la Santa Sede».

Monsignor Jia ha rassicurato i fedeli di non essersi iscritto all’Associazione Patriottica (AP) e di non essersi sottomesso all’autorità del Consiglio dei Vescovi “ufficiali”, una sorta di Conferenza Episcopale non riconosciuta dal Vaticano perché mancante dei Vescovi sotterranei. Secondo fonti di AsiaNews, l’ultimo arresto del presule «voleva colpire al cuore i tentativi del Vaticano nel voler riconciliare Chiesa ufficiale e sotterranea dell’Hebei, la regione a massima concentrazione di cattolici».

Monsignor Jia si è infatti riconciliato con monsignor Jang Taoran, Vescovo di Shijiazhuang (Hebei), la Diocesi ufficiale. I due presuli si sono incontrati spesso e hanno cominciato a costruire un piano pastorale comune, ma quando l’AP l’ha scoperto li ha costretti a non incontrarsi più e li ha messi sotto custodia della polizia 24 ore su 24. Secondo alcuni fedeli locali, la polizia avrebbe detto a monsignor Jia Zhiguo che l’unità fra i due Vescovi «è cattiva perché è voluta da una potenza straniera come il Vaticano. Se unità ci deve essere, deve avvenire attraverso il governo e l’AP. Monsignor Jia era stato arrestato il 30 marzo 2009, in concomitanza con l’incontro in Vaticano della Commissione plenaria sulla Chiesa in Cina.

Con la sua liberazione, rimangono ancora sequestrati due Vescovi sotterranei: monsignor Giacomo Su Zhimin (della Diocesi di Baoding, Hebei), 76 anni, arrestato e scomparso dal 1996, e monsignor Cosma Shi Enxiang (della Diocesi di Yixian, Hebei), 87 anni, arrestato e scomparso il 13 aprile 2001. In prigione o ai lavori forzati rimane anche una decina di sacerdoti.

don Nino

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