La Parola della festa: “Carità vera”

Parola della festaLa parabola del ricco epulone è così facile da capire, perché è attualissima: c’è il ricco, anche oggi; il povero, anche oggi; la morte per tutti, anche oggi: ma è il dopo che preoccupa e deve farci pensare.

L’aldilà esiste sul serio, è una cosa sicura, eterna, dove  tutto é diverso  di qua, anzi il contrario: con un paradiso che è gioia per i buoni ed i poveri, i disgraziati, i sofferenti i dimenticati da tutti. E c’è anche un posto di sofferenza per chi non ha saputo e voluto dare una mano agli altri. Lo dice  Gesù!

Ma Gesù non fa solo una questione di giustizia sociale, tra il ricco e il povero, ma va più in profondo: risale alle radici del male. Gesù vuol farci capire che il ricco non è andato all’inferno perché era ricco; Dio non sta a contarci i soldi che abbiamo, e neanche solo perché non ha aiutato Lazzaro, ma ci insegna che chi vive così, nuotando nel benessere, prima di dimenticare i poveri, ha già dimenticato Dio, perché Dio lo sta cercando e adorando sulla terra: il benessere, i soldi. E se dimentichi Dio, quello vero, sei spacciato.

E se dimentichiamo Dio sicuramente dimentichiamo anche il prossimo che sta peggio di noi.

Il mondo va proprio in questa direzione: abbiamo stravolto la legge di Dio, la società è piena di disonestà e di adulterio da Dio, per cui facciamo tutto ciò che ci pare e piace. Oggi la legge è: consuma, spendi, guadagna. Eppure quante volte abbiamo scritto, detto, promesso e fatto rivoluzioni: “Incominciamo dai più poveri, dal terzo mondo, da chi muore di fame” ma tutto è rimasto come prima. Il peccato più grave davanti a Dio è quello del ‘ricco epulone’, cioè l’indifferenza mostrata davanti al povero Lazzaro, perché il tempo è solo più usato per il godere..

Per risolvere questi problemi che esistono anche tra di noi non basta incominciare ad aver pietà e dare il pezzo di pane che serve solo per oggi, ma occorre incominciare ad ascoltare Dio che parla chiaro: “Amerai me e amerai il tuo prossimo”. Se non ascoltiamo Dio non cambierà mai niente”, perché la filantropia, cioè un amore solo umano fatto di pietà e di “poverini”, non servirà mai a cambiare il mondo.

Don Lio de Angelis

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