Contro tutto, contro tutti

Non ci siamo proprio. Eh sì, vien proprio da dire così. Almeno guardando all’atteggiamento con il quale, a più livelli, si affrontano le questioni. E non solo: addirittura la vita stessa. Pare davvero che il principio guida in molteplici occasioni sia diventato: “Essere contro”. Prendiamo le manifestazioni di piazza, ad esempio: contro Tizia, contro Caio, contro questa legge, contro quell’iniziativa, contro quell’istituzione. Raramente troviamo una manifestazione “a favore” di qualcuno o di qualcosa. E spesso, quando ce ne sono, fanno da contrappeso ad una “contro”: è il caso dei referendum, per sostenere il “sì”, ma… contro il “no”! Oppure, guardiamo a tante iniziative e decisioni: più sono eclatanti, più sono prese “contro”…

L’impressione è che più si difende se stessi, il proprio pensiero, il proprio orgoglio superbo, più l’atteggiamento che si assume è quello del “contro”. Mentre invece affidarsi, mettere un po’gli altri, la vita, il bene comune al centro e levare da lì noi stessi, è giocare insieme, di squadra, a favore di qualcuno. Del resto, l’atteggiamento del “contro” da cristiani non è. Gesù non era “contro” a nessuno. Semmai aveva degli oppositori – e tanti, certo. Ma Dio, in Gesù, che è il suo volto pieno e compiuto, non ha fatto dell’essere “contro” una caratteristica del suo annuncio, della sua rivelazione di Padre buono. Se è stato ed è “contro” qualcuno, questi è il diavolo, il tentatore, il divisore. Che in quanto tale ha interesse e buon gioco proprio a fare il contrario di Dio: metterci contro, l’un l’altro. Dentro e fuori la Chiesa.

d. Mauro Grosso

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