La Parola della festa: “Cecità”

Vangelo meraviglioso quello di oggi, quarta domenica di Quaresima. Il cieco nato, che Gesù guarisce, diventa il simbolo di chi non riesce a vedere le cose della vita  alla luce di Dio.

Tutti nasciamo ciechi nello spirito ed è solo l’incontro con Gesù che ci aiuta a vederci chiaro. Pare che quella cecità di fronte agli inganni del mondo sia molto diffusa. Una cecità che ispira l’odio, la violenza, la stessa guerra. Una cecità che crea inaudite e ingiuste ricchezze e condanna alla morte per fame e sfruttamento milioni di fratelli. Una cecità che fa credere bene lo stesso male. Una cecità tipica di chi si svende al piacere, al denaro, al potere. Una cecità che oscura ogni bellezza del cuore, sfigura ogni somiglianza con Dio, rendendoci tremendamente ‘nudi’ a noi stessi e agli altri. Pericolosa nudità!

Gesù spontaneamente vuole guarire il cieco nato, usando un po’ di terra bagnata con la sua saliva. Sono gli altri – quelli che, veramente ciechi, non vogliono riconoscere in Gesù un profeta, il Messia –, che non accettano il fatto della guarigione di quest’uomo. E dire che Gesù ha bollato di peccato contro lo Spirito Santo chi nega l’evidenza della verità. Cercano di incastrare il miracolato, con domande banali e provocatorie, ma non riescono che a convincerlo sempre più che Gesù è un profeta.

Quanta gente, ieri, oggi e sempre, non avendo voglia di vederci chiaro e di credere a Gesù, perché non gli conviene, non vuole vedere e riconoscere la verità che Gesù ci offre. Anche i genitori del cieco si dimostrano meschini e paurosi della verità: «Chiedetelo a lui, ha l’età». Invece, dimostra già una vera fede e un bel coraggio, il loro figlio, dicendo la verità e anche prendendo in giro quelli che non la vogliono vedere. Il risultato?  

Quando il prepotente non riesce ad averla vinta, sopprime l’avversario. Così lo cacciano dal tempio. Ma chi trova fuori dal tempio? Gesù, che lo aspetta per confermare la sua fede: «Tu, credi nel Figlio dell’uomo?». Egli rispose: «E chi è, Signore, perché io creda in lui?». Gli disse Gesù: «Lo hai visto: è colui che parla con te». Ed egli disse: «Credo, Signore!». E si prostrò dinanzi. Facciamo nostra questa fede, noi che sovente siamo ciechi, perché il Signore ci aiuti a vederci più chiaro nei nostri rapporti con Lui e con tutte le realtà del mondo. Gesù si fa sempre trovare vicino; siamo noi che dobbiamo vederlo, riconoscerlo e cominciare davvero un rapporto d’Amore con Lui.

don Lio de Angelis

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