Bocciofila

Storia del gioco delle bocce

Il gioco delle bocce è a tutt’oggi lo sport popolare per eccellenza. La sua origine è sicuramente remota, e potrebbe addirittura risalire ai gesti compiuti dall’uomo primitivo nell’intento di colpire un bersaglio a distanza per procacciarsi il cibo o come difesa. Riscontri in epoche seguenti confermano esercizi con lancio di pietre verso un punto stabilito compiuti come prova di forza.  Pitture murali e il ritrovamento di oggetti sferici fanno supporre la trasformazione da prova di forza a prova di abilità in un confronto simile al gioco attuale. Il celebre medico Ippocrate (460–377 a. C.)  cita un gioco simile a quello delle bocce, ritenendolo salutare (cfr. Daniele Di Chiara, Storia delle bocce in Italia e nel mondo, Pomezia  1997, vol. I). Anche il medico romano Claudio Galeno (129–201) consiglia questo gioco o qualcosa di affine (cfr. D. Di Chiara, cit.). Nel Medioevo, a partire dal sec. XII, ancora in forma rudimentale questo gioco si diffuse in tutta Europa, e nei secoli seguenti i governanti di alcune nazioni furono costretti a vietarlo o a limitarlo, perché la gente per seguirlo trascurava i propri impegni.

Nasce in Piemonte l’espressione “a bòce ferme”, vale a dire evitare di pronunciarsi su un risultato non ancora acquisito, o su una situazione non definita, o “ride bene chi ride ultimo” (usata anche da San Giovanni Bosco). Partendo da  tempi più vicini, all’inizio del ‘900 in  campo nazionale questo gioco era molto diffuso, particolarmente in tutto il nord dell’Italia. Si giocava con regolamenti locali su strade e spiazzi adatti allo scopo. Nelle  principali città numerosi appassionati formarono dei sodalizi. L’accordo di queste associazioni nel 1931 diede origine a un Regolamento Tecnico Nazionale, studiato per  giocare su un rettangolo di terreno con misure ben definite e con determinate e precise regole. Questo sistema, già usato in Francia, fu comunemente detto “giocare al tracciato”, e di conseguenza il sistema precedente fu denominato “giocare al libero”.  Anche se era ancora considerato un gioco e non uno sport, si iniziò ad organizzare competizioni nazionali e internazionali, e nel 1947 si svolse il 1° Campionato mondiale (cfr. D. Di Chiara, cit.).

Il gioco delle bocce a Santena

L’antico e popolare gioco delle bocce era molto praticato anche a Santena. Fin dai primi anni del ‘900  i festeggiamenti in onore del patrono San Lorenzo comprendevano gare a bocce a coppie e con premi in denaro, e ai vincitori oltre al premio veniva assegnata anche una bandiera che essi portavano a casa ed esibivano con orgoglio agli amici.  Il gioco si praticava lungo  le vie o stradine sterrate, o negli spiazzi disponibili vicino alle osterie. Si giocava con regolamenti locali usando bocce di legno duro, sostituite poi da quelle denominate “sintetiche” in quanto ricavate da un impasto di legno e colla.

I ragazzi invece giocavano a bocce nel cortile dell’Oratorio, situato sul lato nord dell’attuale piazza Martiri, dove il vice parroco organizzava e dirigeva per loro delle competizioni con premi.

Nel dopoguerra questo  gioco  era il divertimento festivo preferito da molti santenesi, e veniva praticato ancora principalmente nelle stradine, sulla piazza  e ovunque vi fosse uno spazio adatto. Se non vi erano gare, di norma la posta era la bottiglia di vino Barbera, la quale era sempre presente sul luogo dove si facevano rotolare le sfere. La comparsa sui campi da gioco di bocce  metalliche vuote all’interno, prima in ferro e poi in lega di ottone, causò la scomparsa di quelle precedenti.

Inaugurando il nuovo oratorio nel 1953, il parroco don Giuseppe Lisa aveva detto che esso non era solo per i giovani, ma per tutti. Infatti dopo i campi da calcio, nel comprensorio dell’oratorio erano anche state predisposte sei corsie fiancheggiate da alberi, idonee per praticare il gioco delle bocce “al tracciato” secondo il Regolamento Tecnico Internazionale. L’intento di don Lisa forse era quello di riunire in oratorio tutti  coloro che praticavano il gioco in piazza e nelle strade, e anche coloro che vi assistevano.

La presenza di impianti sportivi in oratorio fa nascere nel 1970,  l’Unione Polisportiva Santenese con sezione calcio e sezione bocce.

Nel 1974 l’oratorio viene dotato di una palestra per pallavolo e di un bocciodromo con quattro campi coperti e riscaldati, i quali consentono anche di praticare l’attività nella stagione invernale,  e la sezione bocce diventa Società Bocciofila Santenese con oltre cento soci.

Quelle dell’oratorio erano le uniche strutture sportive di Santena, e la loro esistenza ha fatto nascere le due associazioni a tutt’oggi operanti nella nostra città.

Nel 1977 la Bocciofila Santenese viene affiliata all’Unione Bocciofila Italiana, e per gli iscritti ad essa il gioco da semplice attività del tempo libero, diventa sport agonistico. Inizia così la partecipazione alle gare provinciali con ragazzi, allievi e giocatori di Cat. C e D, con i colori e distintivo della Società. In seguito inizia, e prosegue per molti anni, l’organizzazione a Santena di gare provinciali diurne, notturne e tornei serali, tutte competizioni molto partecipate, che comportavano anche l’utilizzo degli impianti dei paesi viciniori. Notevoli i risultati ottenuti nelle competizioni, tra i quali dopo aver vinto le rispettive gare di qualificazione, la partecipazione al Campionato Italiano  Cat. D a Terne, e a quello Cat. D a coppie.

Oggi al sistema di gioco tradizionale che si svolgeva con incontri individuali, a coppie, a terne, a quadrette, si affiancano anche giochi alternativi, di movimento, e che richiedono abilità e preparazione atletica.  Attualmente la Bocciofila Santenese è affiliata alla Federazione Italiana Bocce. Negli impianti dell’oratorio  si svolgono ancora i tornei serali invernali, e gare sociali, ma non vi è più partecipazione e organizzazione di gare provinciali, ritornando al semplice impegno del tempo libero.

Attualmente la struttura è aperta: al martedì, giovedì, sabato e domenica dalle ore 14 alle 18; al giovedì e sabato dalle ore 20 alle 24. Chi desidera  partecipare a questa attività è bene accetto ed è pregato di rivolgersi in questi orari ai dirigenti presenti.

I Presidenti

Cini Armando, Marocco Giuseppe, Smeriglio Carlo, Borgarello Antonio, Tessarin Gianfranco.

(Pagina a cura di Carlo Smeriglio)